6.2 Iniziative a premi

‘’Impariamo con i pescatori – l’oro azzurro dell’Adriatico: percorsi didattici per conoscere i luoghi e le risorse del nostro mare, delle valli e delle lagune’’
FLAG Costa dell’Emilia -Romagna presenta il concorso “Impariamo con i pescatori” rivolto alle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado aderenti al progetto ‘Impariamo con i pescatori – l’oro azzurro dell’Adriatico: percorsi didattici per conoscere i luoghi e le risorse del nostro mare, delle valli e delle lagune’’, piano di azione del FLAG costa dell’Emilia – Romagna P.O. FEAMP 2014/2020 –Priorità 4.

Tale progetto si è posto come obiettivo quello di favorire la conoscenza del mare Adriatico e degli ambienti vallivi e promuoverne il ricco patrimonio produttivo, storico e culturale, sensibilizzando le giovani generazioni sul tema dell’uso sostenibile delle risorse e della tutela della biodiversità marina. Saranno coinvolti per l’anno scolastico 2018/2019 circa 1700 studenti, con incontri in aula e uscite sul territorio. A conclusione del ciclo di incontri è proposto il presente concorso, che ha lo scopo di avvicinare i giovani alla conoscenza dell’ecosistema marino e della biodiversità del mare e degli ambienti vallivi e lagunari, approfondire l’importanza dei prodotti ittici e promuovere comportamenti sostenibili.

REGOLAMENTO

1.TEMA
Il concorso invita le alunne e gli alunni a trasformarsi in giovani artisti per tradurre quanto appreso durante il percorso didattico, presentando degli elaborati volti a rappresentare le azioni virtuose da adottare per un consumo sostenibile del pescato e la valorizzazione dell’ecosistema marino e lagunare. Di seguito la specifica dei diversi elaborati e delle 3 classi di concorso:

- Classe di concorso A, riservato alle scuole primarie:
possono essere presentati disegni, fumetti, cartelloni, poster con testi e lavori manuali di vario
genere;
- Classe di concorso B riservato alle scuole secondarie di primo grado:
possono essere presentati progetti multimediali, presentazioni powerpoint, fotomontaggi,
interviste, articoli;
- Classe di concorso C, riservato alle scuole secondarie di secondo grado:
possono essere presentati filmati, prodotti grafico-pittorici, cortometraggi.

2.DURATA DEL CONCORSO
Aprile 2019 – 15 Maggio 2019: iscrizione al concorso e candidatura degli elaborati
15 maggio 2019 – 25 maggio 2019: valutazione degli elaborati
25 maggio 2019 – 7 Giugno 2019: premiazione delle classi vincitrici

3.PARTECIPANTI
Al concorso “Impariamo con i pescatori” possono partecipare tutte le classi delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado che hanno aderito al progetto per l’anno scolastico 2018-2019.
L'iscrizione al concorso è gratuita.

4.MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE
Ogni classe potrà presentare uno ed un solo elaborato, da candidare nella categoria di concorso che
compete. Il materiale inviato dovrà rispettare i seguenti requisiti:

 essere di esclusiva titolarità dei partecipanti al concorso;
 i contenuti, anche ove ritraenti soggetti minori di età, dovranno essere nella piena disponibilità del soggetto partecipante e non violare leggi e regolamenti vigenti in merito ai diritti di terzi in particolare in materia di diritto di autore e di diritto all’immagine;
 non contenere immagini e/o testi a contenuto diffamatorio;
 ogni elaborato dovrà essere corredato da una breve descrizione, di massimo 850 battute (spazi esclusi), riportante: il nome della classe e della scuola partecipante, il nome dell’insegnate referente, il titolo del progetto e una illustrazione dell’elaborato (per esempio come è nata l’idea).
 ogni elaborato dovrà essere accompagnato da una sintetica presentazione, di massimo 850 battute (spazi esclusi), riportante: il nome della scuola, la classe, il nome dell’insegnante referente, il titolo e una breve descrizione (ad esempio come è nata l’idea)

5.TIPOLOGIA DEGLI ELABORATI
Gli elaborati prodotti dovranno avere le seguenti caratteristiche tecniche:
- per le interviste e articoli: massimo 10 cartelle, di 1800 battute (suddivise indicativamente in 30 righe) con massimo n.4 allegati illustrativi
- per filmati, video o cortometraggi: un numero massimo di n.1, formato avi, mp4 e divx.
Durata massima complessiva di 5 minuti;
- per le presentazioni power point o simili: un numero massimo di n.1 con n. 10 diapositive;
abbinare anche la versione in formato pdf;
- per poster o simili: un numero massimo di n.1, dimensione massima 100x140 cm, nella cui creazione è ammesso l’uso del colore e di qualsiasi tecnica artista;

6.MODALITA’ DI INVIO DEGLI ELABORATI
Gli elaborati prodotti potranno essere in formato cartaceo o in formato digitale (DVD, CD-ROM, USB) e inviati con un plico contenente tutta la documentazione di cui ai paragrafi 4. e 5. oltre al modulo di iscrizione (Allegato 1 al presente regolamento) e al modulo di liberatoria (allegato 2 al presente regolamento), al seguente indirizzo: DELTA 2000 – FLAG CER, Strada del Mezzano, 10 – 44020 Ostellato, Ferrara – Italia. Il plico dovrà essere spedito apponendo su di esso un’etichetta indicando il nome della scuola, la classe, l’insegnante referente e come oggetto: Concorso Scuole “Impariamo con i pescatori” – Sezione di concorso (indicare la classe di concorso) Tutti gli elaborati dovranno pervenire entro e non oltre il 15 maggio 2019. Per gli elaborati inviati tramite posta non farà fede il timbro postale. Gli elaborati pervenuti oltre la data del 15 maggio 2019 non saranno sottoposti a valutazione.

7.GIURIA
Tutti gli elaborati pervenuti saranno valutati da una giuria nominata dal FLAG Costa dell’Emilia- Romagna. La giuria stilerà la classifica finale dei partecipanti definendo le classi vincitrici. Le attività della giuria saranno rigorosamente riservate. Non sarà accolta nessuna domanda dei concorrenti volta a conoscere e/o contestare le opinioni espresse dai giurati. Gli elaborati presentati non verranno restituiti e ai partecipanti non classificati non verrà data nessuna comunicazione.

8.CRITERI E MODALITÀ DI VALUTAZIONE
La Giuria valuterà, in modo inappellabile, secondo i criteri seguenti di valutazione:

Indicatori Punteggio massimo attribuito
Originalità e idea innovativa 40 punti
Aderenza alle tematiche trattate nel progetto 20 punti
Capacità comunicativa dell’elaborato 20 punti
Tecnica di esecuzione 20 punti
Ogni elaborato sarà valutato con un punteggio in base 100.

9.VINCITORI
Saranno selezionati n° 3 migliori elaborati per ogni classe di concorso per un totale di n° 9 elaborati. Le 9 classi vincitrici saranno contattate tramite PEC o altra modalità sulla base dei dati indicati sul modulo di partecipazione del progetto.

10.PREMI
Il premio consiste in una giornata di attività, caratterizzata da un’uscita in mare.

11.DIRITTI DI UTILIZZO, INFORMAZIONE E DIVULGAZIONE DEI RISULTATI
L’Ente è autorizzato a comunicare l’iniziativa alla stampa e a valorizzare i risultati del concorso attraverso le azioni che riterrà più opportune. Tutti i partecipanti autorizzano tramite compilazione dell’allegato ‘’ Liberatoria immagini per minori’’ sin d’ora il FLAG Costa dell’Emilia-Romagna ad esporre il loro elaborato in occasione di eventi, conferenze e mostre. I partecipanti autorizzano inoltre al FLAG Costa dell’Emilia-Romagna a pubblicare il proprio elaborato in tutti i canali di comunicazione, in gallerie virtuali sui canali web o social, su cataloghi cartacei o materiale promo pubblicitario; per questo nulla sarà dovuto se non l’obbligo della citazione degli autori.

12. Trattamento dati personali
Con la partecipazione al concorso si solleva l’organizzazione da ogni responsabilità, danno o pregiudizio derivanti dalla violazione di quanto richiesto dal bando del concorso. I soggetti partecipanti al concorso (o chi per essi nel caso di minorenni) dovranno rilasciare apposita liberatoria per il trattamento dei dati, sia per quelli relativi a se stessi sia per quelli riguardanti terzi eventualmente ritratti in immagini e filmati, ai sensi e per gli effetti delle norme in materia di privacy dettate dall’informativa sul trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 13 del regolamento UE 2016/679.

Contatti
Per qualsiasi chiarimento in merito al concorso, si potrà far riferimento al seguente contatto:
Atlantide Soc. Coop. Sociale p.a.

Regolamento in PDF

Modulo di iscrizione

Liberatoria per minori

 

5.3 Gestione integrata delle coste

La Gestione Integrata delle Zone Costiere è un processo dinamico, interdisciplinare e interattivo finalizzato a promuovere una gestione sostenibile delle zone costiere che prenda in considerazione tutti gli aspetti ad essa correlati, da quelli geografico, politico e ambientale, a quelli culturale, storico, urbanistico ed economico.

Il Protocollo, ratificato dalla Commissione UE, prevede disposizioni finalizzate alla protezione e allo sviluppo sostenibile delle zone costiere, introducendo una serie di principi e obiettivi per la protezione degli ecosistemi marini, la tutela dei paesaggi costieri e insulari, la difesa del patrimonio culturale e lo sviluppo delle attività economiche.

 

 

 

Per approfondire: https://www.mite.gov.it/pagina/gestione-integrata-zone-costiere-gizc

 

5.2 L’Agenda 2030

L’umanità è da anni stata messa innanzi alla crescente necessità di un cambiamento.

Nel suo stile di vita, nei suoi consumi, nel suo approccio verso il pianeta che la ospita. I sintomi del malessere della terra si sono da lungo palesati in maniera incontrovertibile.

Da questa necessità sono nate negli anni varie strategie e piani pensati per portare un reale cambiamento con diversi gradi di realizzazione e successo.

Tra questi si erge la firma, da parte di tutti gli stati facenti parte dell’ONU, dell’AGENDA 2030, letteralmente un piano per soccorrere un mondo stanco e provato da abusi durati secoli.

Questa si divide in 17 punti che riassumono le problematiche di maggiore attualità, dalla parità di diritti sociali alla salvaguardia della vita che sia sulla terra o nella profondità dei mari.

Firmata nel 2015 l’Agenda 2030 rappresenta una linea guida planetaria per il conseguimento di obiettivi comuni, impossibili per i singoli:

Goal 1: Sconfiggere la povertà

Goal 2: Sconfiggere la fame

Goal 3: Salute e benessere

Goal 4: Istruzione di qualità

Goal 5: Parità di genere

Goal 6: Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

Goal 7:  Energia pulita e accessibile

Goal 8: Lavoro dignitoso e crescita economica

Goal 9:  Imprese, innovazione e infrastrutture

Goal 10: Ridurre le disuguaglianze

Goal 11: Città e comunità sostenibili

Goal 12: Consumo e produzione responsabili

Goal 13: Lotta contro il cambiamento climatico

Goal 14: Vita sott’acqua

Goal 15: Vita sulla Terra

Goal 16: Pace, giustizia e istituzioni solide

Goal 17: Partnership per gli obiettivi 

5.1 Gli impatti antropici

Le peculiarità del mare Adriatico che hanno permesso lo sviluppo di floride culture marinaresche e di importanti realtà economiche presentano però un lato oscuro: la bassa profondità dei fondali, unitamente alla ridotta circolazione delle sue acque, rendono il nostro mare molto sensibile all’inquinamento.

Oggi il nostro mare si trova in pericolo a causa di:

  • Metalli pesanti e pesticidi provenienti dagli scarichi industriali e agricoli dei centri lungo la costa e di tutta la pianura Padana. Questi possono accumularsi all’interno degli organismi, costituendo un pericolo per l’intera catena alimentare!
  • Fosfati e nitrati, contenuti nei detersivi e nei concimi chimici, giungono fino al mare e possono causare eutrofizzazioni, mucillaggini e fioriture algali. Una volta morte, le alghe precipitano sul fondo, dove vengono decomposte dai batteri, consumando tutto l’ossigeno e determinando una condizione di anossia che può portare a morie in massa di pesci e altri organismi bentonici. Alcune alghe inoltre possono produrre tossine pericolose per la salute umana.
  • Pesca eccessiva, che concentrandosi su poche specie, rischia di impoverire gli stock ittici, con ripercussioni sull’ecosistema marino, nonché sull’economia.
  • Urbanizzazione costiera che accentua i naturali fenomeni di erosione e subsidenza, portando via ogni anno centimetri di spiaggia e alterando permanentemente il delicato equilibrio della fascia costiera.
  • Rifiuti, provenienti per l’80% dalla terraferma rappresentano uno dei rischi più gravi per il pianeta e per i mari e gli oceani, a causa dei lunghi tempi di degradazioni dei materiali di cui sono composti.
  • Specie aliene, ovvero specie esotiche marine che si sono insediate, adattate e diffuse nel mare Adriatico con conseguenze imprevedibili, a volte minacciando l’intero ecosistema come la Scafarca (Anadara inaequivavlvis), la Rapana (Rapana venosa) oppure il Granchio Blu (Callinectes sapidus). L’espansione delle specie aliene è dovuta ai cambiamenti climatici globali e a introduzioni volontarie o accidentali da parte dell’uomo e dei traffici commerciali.
  • Cambiamenti climatici, che accentuano gli effetti delle problematiche sopra citate.

4.4 Il turismo

Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto del l’ambiente e delle culture.

Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista    nello    sviluppo    turistico    sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Ognuno di noi può essere un “buon viaggiatore”, attento al mondo e alle persone che lo circondano, seguendo alcune semplici norme di comportamento prima, durante e dopo il proprio viaggio.

Prima

Cercare il maggior numero di informazioni possibili sul Paese che stai per visitare: storia, cultura, economia, natura, religione, cucina…  e magari anche qualche espressione nella lingua locale.

Se possibile, scegliere operatori turistici, compagnie aeree e hotel che si impegnano nei confronti delle comunità ospitanti e dell’ambiente.

Durante

Ricordarsi che la vacanza è anche un momento di confronto con una cultura diversa. Cercare di adattarsi agli usi e costumi locali, senza impor re le tue abitudini e stili di vita.

Rispettare le regole del posto: non impuntarsi per ottenere privilegi ed eccezioni e non adottare comportamenti offensivi o altezzosi. Informarsi sulla pratica della mancia e del l’elemosina.

Indossare un abbigliamento consono e non troppo appariscente, soprattutto nei luoghi di culto. Non ostentare ricchezza e lusso in contrasto con il tenore di vita locale.

Supportare le manifestazioni culturali e l’artigianato locale: si portano a casa dei “veri” ricordi e si aiuta la popolazione del Paese visitato. Informarsi sulla pratica e i limiti del mercanteggiamento dei prezzi.

Instaurare rapporti corretti e cordiali con le popolazioni locali, senza pregiudizi.

Usare i servizi gestiti dalla popolazione locale, in particolare i trasporti e le strutture ricettive. In questo modo si conoscono meglio il Paese e la gente che lo abita favorendo l’economia locale.

Lasciare solo le impronte e non lasciare traccia del passaggio: dagli ambienti naturali e dai siti archeologici. Non acquistare prodotti fatti con piante o animali a rischio estinzione (es. avorio, pelli, conchiglie…).

Negli ambienti naturali, in particolare nelle aree protette, cercare sempre di seguire i sentieri: non disturbare piante, animali e l’ambiente in cui vivono. Visitare le aree protette a piccoli gruppi e accompagnato da una guida esperta, meglio se del posto.

Chiudere un rubinetto o spegnere l’aria condizionata e le luci quando si esce dall’hotel aiutano a non sprecare acqua ed energia, risorse preziose per tutto il pianeta.

Le persone non sono parte del paesaggio. Chiedere il permesso prima di far loro delle foto.

Provare la cucina locale: per quella italiana o internazionale hai tempo tutto l’anno!

4.3 Il sale

La produzione e il commercio del sale, hanno avuto nel passato una notevole importanza nelle vicende storiche dell’Italia e dei centri costieri dell’Adriatico.

Il sale, “l’antico oro bianco”, ha avuto un rilievo strategico, che oggi è difficile da percepire.

Oggi il sale è considerato alla stregua di altri prodotti di consumo, ma dal Medioevo alla fine dell’Ottocento, è stato valutato in modo differente.

Il sale non solo serviva a condire i cibi, ma era considerato l’elemento essenziale per la conservazione di molti alimenti.

Il sale era, e rimane tuttora, un prodotto indispensabile dal punto di vista fisiologico.

Lo ione sodio, uno dei componenti del sale (cloruro di sodio) è presente nel sangue, nelle ossa, nelle cellule e risulta necessario per il benessere dell’uomo.

L’altro componente del sale, lo ione cloro, è importante per la formazione dei succhi gastrici e di conseguenza per la digestione.

L’effetto disidratante ed antibatterico del sale favorisce la conservazione degli alimenti. La salatura dei cibi, a cominciare dalla carne e dal pesce, era d’obbligo in epoche passate, per consentirne poi l’utilizzo in periodi successivi.

Il sale rappresentava un elemento essenziale nel pane, nel vino, nella birra, nelle bevande. Di questo prodotto si faceva largo uso nella produzione di formaggi e di burro; sotto sale venivano conservate oltre alle carni anche uova, olive, verdure e ortaggi, tra cui le rape. Il sale veniva anche utilizzato nella concia delle pelli, nelle sostanze farmaceutiche e persino nelle lavorazioni del vetro, delle ceramiche e nell’oreficeria.

Il sale era importante nel Medioevo e all’inizio dell’età moderna, come lo è oggi il petrolio. Al sale si connettevano poi una serie di significati simbolici e liturgici, che sono arrivati sino ai nostri giorni.

4.1 Pesca

Tradizionalmente, la pesca prevedeva una conoscenza profonda delle specie marittime, dei loro spostamenti stagionali fra mare e laguna, fra acque costiere e acque più profonde, e fra i due versanti dell’Adriatico.

Si sono così sviluppate diverse attrezzature e metodi di pesca, che nel corso dei secoli sono stati continuamente perfezionati sulla base dell’esperienza acquisita e dall’estro individuale. Negli ultimi cinquant’anni le tecniche e gli strumenti di pesca sono cambiati, si sono perfezionati e sono diventati più efficienti.

I principali sistemi di pesca professionale tradizionalmente usati in alto Adriatico prevedono l’impiego di reti di vario tipo, draghe e trappole.

 

Le reti possono essere trascinate sul fondale (rete a strascico) o nell’acqua (rete volante), oppure possono essere posizionate in un punto e rimanere fisse (rete da posta). Le reti servono soprattutto per catturare i pesci che vivono sul fondale e il pesce azzurro. Le draghe sono grandi ceste metalliche che penetrano nel fondo marino per qualche centimetro e prelevano i frutti di mare, come le vongole.

Le trappole, come nasse, cogolli e cestini, vengono calate sul fondale e ancorate. Nasse e cogolli vengono utilizzate soprattutto per seppie, crostacei  e piccoli pesci mentre  i cestini sono studiati per la cattura delle lumachine di mare.

3.5 I rischi del pesce

  • I RISCHI DEL PESCE

I prodotti ittici, proprio a causa della loro natura e della loro scarsa attitudine alla conservazione possono rappresentare un rischio per la saluta umana, nel caso in cui non si presti sufficiente attenzione. Le tipologie di rischio che i prodotti della pesca possono presentare sono 3:

  1. Rischio fisico: è legato all’anatomia dell’animale (spine, aculei, denti) e alla produzione endogena di tossine. Fortunatamente nel Mar Mediterraneo sono assenti pesci velenosi, ma è bene prestare attenzione alle specie esotiche.
  2. Rischio chimico: fa riferimento alla presenza di sostanze chimiche (residui di pesticidi e altre sostanze inquinanti), metalli pesanti(come ad esempio il mercurio, il piombo e il cadmio), interferenti endocrini (Diossine e PCBs) - sostanze estranee che il pesce può accumulare lungo la sua vita o nel suo habitat. Sebbene il rischio chimico acuto è ormai un evento molto raro dal verificarsi, la tossicità cronica può portare ad alterazioni del normale funzionamento degli organi e degli apparati, con conseguenze anche gravi. Dal momento che queste sostanze non possono essere annullate con la cottura, ecco un motivo in più per prediligere pesci di piccola taglia con ciclo vitale breve, che non fanno in tempo ad accumulare nelle loro carni sostanze pericolose.
  3. Rischio biologico: riguarda la contaminazione da parte di batteri e parassiti. La contaminazione biologica deriva spesso dalle attività secondarie dell’uomo: trasporto, distribuzione, commercializzazione, ristorazione sono attività in cui aumenta la possibilità del prodotto di essere contaminato, a causa della cattiva manipolazione o dell’interruzione della catena del freddo e conseguenti sbalzi di temperatura. Tra i batteri, i più pericolosi sono il Clostridium botulinum, presente nella flora endogena del pesce, la cui tossina è neutralizzabile tramite cottura; lo Stafilococco enterotossico, la cui tossina è invece resistente alla cottura; la Salmonella, eliminabile tramite cottura a 70°C per almeno 15 minuti. Tra i parassiti, il più diffuso è l’Anisakis, un nematode visibile a occhio nudo che può infestare qualsiasi specie di pesce, il cui pericolo è evitabile tramite cottura o abbatti tura del pesce. Infine va menzionata l’intossicazione da istamina, conosciuta anche come sindrome sgombroide, che può derivare da tonno, sgombro, sardina, acciuga e aringa mal conservati oppure tenuti a temperatura ambiente per lungo tempo.

Basta però seguire questi semplici consigli per scongiurare la maggior parte dei pericoli: conoscere bene il pesce, evitare che subisca sbalzi di temperatura, cuocerlo a 65°C per almeno 15 minuti, congelarlo a -20°C per una settimana, evitare il contatto tra cibi cotti e cibi crudi, lavarsi spesso le mani per evitare la diffusione dei batteri.

3.4 Guida al consumo

  • RICONOSCERE LA FRESCHEZZA

Il giudizio sulla freschezza del pesce si basa su una valutazione sensoriale, visiva, olfattiva e tattile. Ci vuole un certo “allenamento”, ma imparando a riconoscere le caratteristiche chiave difficilmente si sarà tratti in inganno.

  • Rigidità: più il pesce è rigido, più è fresco. Tenendolo orizzontale per la testa dovrebbe restare dritto, se si piega non è molto fresco.
  • Consistenza della carne: se soda, il pesce è fresco. Premendo con un dito a metà del pesce non deve rimanere l’impronta.
  • Pelle: deve essere tesa, brillante, con le squame ben aderenti al corpo. Se invece la pelle si presenta flaccida, opaca con colori smorti e squame sollevate, allora quel pesce non è fresco.
  • Occhio: nel pesce fresco è lucido, trasparente e convesso. Se è appiattito e opaco, è certamente vecchio.
  • Branchie: il loro colore deve essere rosso brillante; quando iniziano a scurirsi fino a diventare marrone con muco, il pesce si sta deteriorando.
  • Odore: il pesce fresco odora di mare e alghe. Se invece si avvertono odori che ricordano l’ammoniaca, quel pesce non è certo appena pescato.

Per il pesce venduto già pulito e tagliato in filetti o tranci risulta molto difficile capirne il grado di freschezza; occorre quindi fidarsi del rivenditore e della sua parola.

Quanto ai molluschi freschi Gasteropodi e Bivalvi, la valutazione della freschezza risulta più semplice, in quanto la loro commercializzazione viene fatta con prodotto vivo.

Nei Cefalopodi, il corpo deve essere sodo, color madreperla e rivestito da un sottile strato di muco; la pelle deve essere aderente alla carne e i tentacoli resistenti alla trazione. L’odore deve essere fresco, di alghe marine; se si avverte un sentore d’inchiostro l’animale non è più fresco.

 

Infine la freschezza dei crostacei può essere valutata dall’aspetto del carapace, che deve essere umido e lucente, con colori brillanti; dall’assenza di annerimento di alcune parti (base delle zampe, interno della testa); dalla resistenza di testa, arti e appendici al distacco. L’odore poi deve essere gradevole, leggermente dolciastro, di alghe marine; invecchiando diviene invece acidulo e acre.

 

DALLA PESCHERIA ALLA TAVOLA

Dopo un check accurato di tutte le caratteristiche del pesce, è doveroso sapere come conservarlo al meglio, affinchè non si deteriori o, ancor peggio, possa costituire un pericolo per la salute.

Infine è bene conoscere i migliori metodi di cottura del pesce: dal modo in cui decideremo di preparare il nostro pesce, infatti, dipenderà non solo la conservazione delle sue proprietà nutrizionali ma anche la digeribilità o meno di ciò che avremo cucinato.

  • LA CONSERVAZIONE CON IL FREDDO

I prodotti ittici sono alimenti molto delicati e facilmente deperibili e, proprio a causa della loro scarsa attitudine alla conservazione, possono rappresentare, più di altri prodotti alimentari, veicoli di malattie, tossinfezioni, intossicazioni e parassitosi.

Solo una piccolissima parte del pesce pescato viene consumato come “prodotto freschissimo” ed è circoscritta alle località di mare, dove è possibile acquistare il pesce appena pescato.

L’intervallo di tempo che intercorre fra la pesca e il consumo è di norma più lungo, e prevede un periodo di conservazione attraverso la catena del freddo che non deve mai essere interrotta in tutte le sue fasi, dalla cattura in mare fino al nostro frigorifero. Il mantenimento della catena del freddo è infatti di fondamentale importanza per bloccare la proliferazione microbica e garantire la sicurezza alimentare.

 

La refrigerazione è la tecnica più utilizzata per la conservazione del pesce fresco e prevede l’esposizione dell’alimento a una temperatura compresa tra 0° e +4°C. In questo intervallo di temperatura i prodotti ittici possono conservarsi da un minimo di 4-5 giorni fino a un massimo di 15. I pesci grassi si conservano molto meno rispetto al pesce magro a causa dell’ossidazione lipidica che non viene arrestata dal freddo.

La refrigerazione può essere effettuata tramite celle frigorifere industriali o domestiche, oppure tramite ghiaccio tritato con cui i prodotti ittici sono in contatto.

Una volta acquistato, il pesce andrebbe trasportato nelle cosiddette sacche gelo o borse termiche con i siberini ghiacciati. A casa, il consiglio è quello di pulire il pesce, e sarebbe ideale consumarlo nella giornata stessa dell’acquisto, oppure il giorno dopo. Per conservarlo al meglio, occorre riporlo in contenitori chiusi con all’interno del ghiaccio, posizionati nella parte centrale del frigorifero.

  • CONGELAMENTO / SURGELAZIONE

Il congelamento prevede un lento raffreddamento fino a -18°C, e di norma è ciò che accade nel freezer casalingo. Questa tecnica permette di prolungare i tempi di conservazione del pesce fresco acquistato, qualora si decida di non consumarlo nell’immediato.

Il congelamento comporta la formazione di grandi cristalli di ghiaccio interni che, quando si riporta il pesce a temperatura ambiente, si rompono danneggiando i tessuti e compromettendone la consistenza e il valore nutrizionale.

Prima di riporre il pesce in freezer, occorre pulirlo bene, eliminando interiora e branchie, lavarlo sotto abbondante acqua corrente e lasciarlo scolare per alcuni minuti. Poi va chiuso in sacchetti da freezer per alimenti, cercando di eliminare più aria possibile.

Una volta congelato, il pesce si conserva per circa 3 mesi. È bene ricordare che non tutti i prodotti ittici sono idonei a essere congelati.

La legge consente la vendita di pesce decongelato, che però deve essere ben distinto da quello fresco, tramite apposite indicazioni sull’etichetta.

 

La surgelazione è il processo di conservazione industriale, tramite cui l'alimento viene portato in pochi minuti a temperature bassissime, mai superiori ai -18 °C.

Spesso la surgelazione viene effettuata direttamente sulle imbarcazioni che praticano pesca industriale oceanica. Il processo deve comunque avvenire entro 3 o 6 giorni dalla cattura, rispettivamente per il pesce grasso e il pesce magro.

L’elevata velocità di raffreddamento impedisce la proliferazione dei batteri e porta alla formazione di tanti microcristalli di ghiaccio, innocui per le strutture cellulari del pesce che, una volta riportato a temperatura ambiente, avrà le stesse caratteristiche del prodotto fresco.

Quando acquistato, la conservazione del pesce surgelato deve avvenire a -18 °C. Questo perché se durante il trasporto s’interrompe la catena del freddo si può incorrere nella proliferazione di pericolosi batteri, quali i clostridi o la salmonella, che possono causare intossicazioni.

  • ALTRE TECNICHE DI CONSERVAZIONE

Per alcuni tipi di pesce è possibile procedere alla conservazione tramite essiccamento, affumicatura e salagione, conserve e semiconserve.

Si prestano meglio all’essiccamento i pesci magri, in quanto meno sensibili ai fenomeni di ossidazione. Il più diffuso pesce essiccato è il baccalà o stoccafisso, ottenuto dal merluzzo essiccato previa decapitazione, eviscerazione e lavaggio subito dopo la cattura. I pesci vengono lasciati essiccare per circa 3 mesi fino a raggiungere un’umidità residua del 15%. Prima del consumo vanno reidratati in acqua.

L’affumicatura è un metodo di conservazione ormai superato, che ai giorni nostri conserva un carattere principalmente gastronomico. L’affumicatura del pesce (solitamente salmone e aringhe) prevede l’esposizione al fumo, a caldo o a freddo; per la produzione di fumo solitamente si impiegano pezzi di legno di natura variabile a seconda della zona e della specificità del prodotto. Le sostanze che vengono assorbite durante il processo sono in grado di inibire lo sviluppo dei batteri, per questo motivo il pesce affumicato si conserva più a lungo di quello fresco.

La salagione viene utilizzata per conservare merluzzi, aringhe e acciughe. Il pesce viene eviscerato e lavato, poi viene posto in barili a strati alternati di pesce e sale, pressando infine il tutto con un peso. Segue un periodo di maturazione ad opera di microorganismi, selezionati dalla presenza del sale, che conferiscono al prodotto un sapore e un aroma tipici. Sebbene abbiano un contenuto di umidità residua maggiore, anche i pesci sotto sale vanno ammollati in acqua 1-3 giorni prima dell’utilizzo. È bene non eccedere nel consumo di questi prodotti, sia per l’elevato contenuto di sale, sia perché spesso contengono anidride solforosa e solfiti, conservanti dannosi se assunti in quantità elevata.

Le conserve ittiche sono rappresentate principalmente da tonno, sgombro, salmone e sardine, preparati in vario modo e poi conservati in confezioni ermeticamente chiuse. I prodotti, che spesso vengono congelati sulle imbarcazioni, arrivano agli stabilimenti di lavorazione e qui vengono (dopo un eventuale decongelamento) tagliati, cotti, asciugati, inscatolati, sterilizzati in autoclave a 121 °C e quindi commercializzati. I prodotti sott'olio necessitano di un periodo di maturazione durante il quale l'olio e il sale penetrano in modo uniforme nei tessuti.

Le semiconserve sono prodotti a base di pesce confezionati sotto vuoto in contenitori di plastica o vetro, che subiscono un breve trattamento di pastorizzazione a 80-90 °C. Tra questi prodotti troviamo le alici marinate, la polpa di granchio precotta, il caviale. Nelle semiconserve è consentita l’aggiunta di acido ascorbico e sorbati, acido benzoico e benzoati (con un limite di 2g /kg), con funzione antimicrobica. L’assunzione di forti dosi di questi additivi può avere effetti tossici, e comunque vengono obbligatoriamente dichiarati in etichetta.

 

 

METODI DI COTTURA

La cottura rende commestibili e più digeribili gli alimenti, arricchendoli allo stesso tempo di nuovi sapori, odori, colori. È un processo che elimina i microorganismi patogeni dagli alimenti e disattiva alcune sostanze che non permettono di assimilare alcuni principi nutritivi .

Per la sicurezza del cibo che mangiamo, questa operazione è delicata, perché ci sono vari fattori che possono influenzare in positivo o in negativo i rischi per la salute. Se cuocere troppo poco ci fa incorrere nel rischio della presenza di batteri patogeni, nel senso opposto cuocere eccessivamente arrivando alla bruciatura comporta la formazione di sostanze dannose per la salute.

È quindi indispensabile tenere bene sotto controllo questo processo.

Le tecniche di cottura del pesce non si discostano eccessivamente da quelle utilizzate per la carne. Ciò che invece cambia nettamente è il tempo di esposizione al calore: mentre molti tagli di carne devono cuocere a lungo per diventare morbidi, il pesce è già tenero per sua natura e una lunga cottura ne sciuperebbe l’aspetto e lo renderebbe stopposo.

Esistono svariati modi per cuocere il pesce, i diversi metodi dipendono dal tipo di sostanze che vogliamo valorizzare, dal tipo di pesce utilizzato, dall’abilità ai fornelli, ecc.

In ogni caso, prima di accingersi a qualsiasi tipo di cottura, è fondamentale pulire per bene il pesce, eliminando tutte le interiora e desquamando la superficie con un coltello.

Tra i metodi di cottura è possibile menzionare:

- Cottura al vapore: è certamente il metodo più “light” in quanto permette di non aggiungere grassi durante la cottura. Inoltre, dal momento che l’alimento non è a contatto con i liquidi, vengono salvaguardate le proprietà nutritive del pesce e le sue caratteristiche organolettiche. È un metodo adatto alla cottura per pesci come il nasello,la cernia, il rombo, la trota, il salmone, lo scorfano.

- Cottura in un liquido: comprende la lessatura in court-bouillon e la cottura brasata. In ogni caso, non bisogna far mai raggiungere il bollore, in quanto porterebbe a un’eccessiva disidratazione del prodotto e disgregazione delle carni.

- Cottura al forno: è probabilmente il metodo più comune, a cui ben si prestano il branzino, il cefalo, l’orata e tanti altri. La cottura al forno è senza dubbio un sistema semplice che fornisce ottimi risultati: durante la cottura, infatti, si forma sulla superficie del pesce un sottile strato di crosta che impedisce le fuoriuscita di succhi e di nutrienti, preservando così le proprietà salutari.

Il forno permette numerose varianti di cottura: al sale, al cartoccio, in crosta, tecniche certamente più complesse ma di grande effetto scenico.

- Cottura alla griglia: è particolarmente indicata per pesci grassi e semigrassi (anguilla, cefalo, salmone, sarda, sgombro) poiché parte del grasso si scioglie insaporendo le carni e rendendo al contempo il pesce più leggero. Tuttavia temperature troppo alte e il contatto diretto con il fuoco possono bruciare in superficie gli alimenti, producendo sostanze potenzialmente dannose. Occorre quindi prestare attenzione, evitando di carbonizzare la superficie esterna del pesce, scartando eventualmente le parti bruciate e pulendo accuratamente la griglia al termine di ogni utilizzo.

- Frittura: adatta per sarde, nasello, totani e gamberi, da sempre la frittura viene considerata un metodo di cottura poco sano: non solo per la formazione di sostanze potenzialmente tossiche, ma anche per la quantità di olio assorbita dagli alimenti. Il metodo prevede la totale immersione dell’alimento in abbondante olio, sufficientemente caldo per permettere una veloce formazione della crosta, che oltre a dare il classico aspetto e sapore, garantisce un fritto più leggero, in quanto gli alimenti assorbono meno olio. Gli oli maggiormente indicati e sicuri per le fritture sono quello d’oliva e quello di arachidi; è comunque opportuno evitare di riutilizzare gli oli per successive fritture.

 

Ecco un piccolo ricettario che racchiude piatti tradizionali della costa romagnola che vedono come protagonisti i prodotti ittici del nostro mare Adriatico:

https://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/pesca/doc/pubblicazioni/il-pesce-in-cucina/pesci-delladriatico-in-tavola

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