Il mare Adriatico, il cui nome deriva dalla città veneta di Adria (RO), si estende lungo la direttiva nordovest-sudest, per circa 800 Km e la sua larghezza media non supera i 150 Km, per una superficie totale di circa 139.000 Km2.
È un bacino semichiuso, che comunica con il resto del Mediterraneo a sud, in corrispondenza del canale di Otranto, che segna il confine tra Adriatico e Ionio.
I venti dominanti su questo mare sono la bora, un vento di discesa, violento, freddo e persistente e lo scirocco, un vento caldo, proveniente dal deserto, apportatore di polvere, sabbia e quindi microelementi preziosi per l'intero bacino del Mediterraneo e per la produzione primaria (fitoplancton).
Convenzionalmente, il bacino Adriatico è suddiviso in tre settori: il settore settentrionale, o alto Adriatico, che comincia idealmente dalle coste veneto-friulane, per terminare all'altezza della direttrice Zara-Ancona; il settore centrale, che si spinge sino al promontorio del Gargano; infine, il settore meridionale, che arriva sino allo stretto di Otranto. I tre settori si differenziano, oltre che per l'ampiezza, anche per la batimetria: l’alto Adriatico, il settore di nostro interesse, è poco profondo e presenta fondali sabbiosi e poco inclinati che non superano i 75 metri di profondità.
Nonostante il nostro mare venga spesso definito “amico” per la limitatezza dello spazio marittimo, l’Adriatico è senza dubbio un mare “complesso” dal punto di vista ecologico, geologico e chimico-fisico: le sue peculiarità hanno profondamente influenzato la fauna e la flora ivi presente, nonché le popolazioni che vivono lungo le sue coste.