4.3 Il sale

La produzione e il commercio del sale, hanno avuto nel passato una notevole importanza nelle vicende storiche dell’Italia e dei centri costieri dell’Adriatico.

Il sale, “l’antico oro bianco”, ha avuto un rilievo strategico, che oggi è difficile da percepire.

Oggi il sale è considerato alla stregua di altri prodotti di consumo, ma dal Medioevo alla fine dell’Ottocento, è stato valutato in modo differente.

Il sale non solo serviva a condire i cibi, ma era considerato l’elemento essenziale per la conservazione di molti alimenti.

Il sale era, e rimane tuttora, un prodotto indispensabile dal punto di vista fisiologico.

Lo ione sodio, uno dei componenti del sale (cloruro di sodio) è presente nel sangue, nelle ossa, nelle cellule e risulta necessario per il benessere dell’uomo.

L’altro componente del sale, lo ione cloro, è importante per la formazione dei succhi gastrici e di conseguenza per la digestione.

L’effetto disidratante ed antibatterico del sale favorisce la conservazione degli alimenti. La salatura dei cibi, a cominciare dalla carne e dal pesce, era d’obbligo in epoche passate, per consentirne poi l’utilizzo in periodi successivi.

Il sale rappresentava un elemento essenziale nel pane, nel vino, nella birra, nelle bevande. Di questo prodotto si faceva largo uso nella produzione di formaggi e di burro; sotto sale venivano conservate oltre alle carni anche uova, olive, verdure e ortaggi, tra cui le rape. Il sale veniva anche utilizzato nella concia delle pelli, nelle sostanze farmaceutiche e persino nelle lavorazioni del vetro, delle ceramiche e nell’oreficeria.

Il sale era importante nel Medioevo e all’inizio dell’età moderna, come lo è oggi il petrolio. Al sale si connettevano poi una serie di significati simbolici e liturgici, che sono arrivati sino ai nostri giorni.

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